Interpretare i sogni: il mistero del 1597
Il mistero del 1597
Mi sono svegliata con un numero stampato in testa: 1597. Nessuna immagine, nessuna voce. Solo 1597, grande e chiaro come un’insegna al neon nella notte del mio sogno.
“Che vorrà dire?” è stata la prima domanda. La seconda è arrivata subito dopo il caffè: “Forse dovrei giocarlo al lotto?” Ma la terza è stata la più insidiosa: “E se fosse un messaggio?”
Ho cominciato a cercare. 1597, cosa poteva mai voler dire? Un numero primo, intanto. Non male come inizio: qualcosa di indivisibile, misterioso per natura. Ma c’era di più.
Scopro che nel 1597 Caravaggio dipinge "Riposo durante la fuga in Egitto". E che Michelangelo era già morto da trentatré anni. “Ok, forse non è un messaggio da Michelangelo” penso, “ma Caravaggio… magari è un invito a prendermi una pausa mistica?”
Continuo: nel 1597 Shakespeare scrive "Il mercante di Venezia". Coincidenza? Possibile che il mio inconscio stia cercando giustizia poetica? O devo semplicemente fare attenzione agli usurai?
Poi inciampo in un dettaglio bizzarro: nel 1597 Galileo costruisce un termometro rudimentale. Sogno profetico? Ho la febbre? In effetti ieri avevo freddo…
Scopro anche che in quell’anno muore l’alchimista tedesco Andreas Libavius, autore di uno dei primi testi di chimica. E se il sogno fosse un invito a trasformare qualcosa dentro di me? Tipo l’umore da lunedì?
Nel frattempo ho fatto anche un salto su Google numerologia. 1–5–9–7: individualismo, cambiamento, spiritualità, introspezione. Ok, ma tutto insieme? È il mio cervello o un corso accelerato di filosofia zen?
Arriva la sera, e io sono ancora lì. Con 1597 appuntato su post-it, taccuini, note del telefono. Ho cercato in ogni angolo del tempo e dello spazio, ma niente, nessuna risposta definitiva.
Alla fine ho deciso di non pensarci più. Ho ordinato una pizza, messo Netflix, e quando il fattorino ha bussato... indovina che numero c'era sulla ricevuta? Esatto. 1597.
A quel punto ho chiuso tutto, mangiato e detto a me stessa: "Se il destino mi vuole dare un messaggio, che lo scriva almeno in grassetto e con le emoji."
Tratto da una storia vera, la mia.
Commenti
Posta un commento