Cosa c'è dietro un pensiero? A volte anche poesia...

Oggi vi propongo una la lettura di una mia poesia.

L'ho scritta questa mattina bella fresca in versione estiva del mio tempo. Un appunto per la comprensione: lasciatevi guidare dalla fantasia, dunque immergetevi in voi stessi, assaporate un momento di pausa, un tempo senza tempo in un luogo non-luogo. E adesso ve la presento. Ecco la mia poesia.


Mi piace così

E come scorre il tempo e come vola il mio canto?


Sto imbarcando acqua ma sono felice.

Sto perdendo tempo e ne sto acquistando altro.

Sono ricca, sono in cima ad una lista di cose che voglio realizzare.


Sono un gheriglio di noce nascosto,

il profumo del caffè che sta uscendo,

la giusta causa, la moneta di scambio,

la chiave per entrare, quella per uscire

e non voglio cambiare.


✍️ Mi piace così

Riflessione (guidata)

Nel mio diario di scuola (scuola di vita), ogni tanto, affiora qualcosa simile a un pensiero che ha bisogno di prendere aria.

Questa poesia è nata così, in un momento in cui il tempo correva e io cercavo solo di restare.


🧭 Come si legge un testo che è anche un pensiero?

Il titolo è semplice: Mi piace così.

Ma dietro questa frase c’è una scelta, un’affermazione di sé, un modo di dire “va bene anche se non tutto è perfetto, io ci sto dentro”.


Sto imbarcando acqua ma sono felice.

Sto perdendo tempo e ne sto acquistando altro.


Qui c’è un primo paradosso: mentre qualcosa affonda, io sono comunque felice.

Può sembrare strano, ma forse è proprio questa la chiave: accettare che non tutto deve funzionare per forza, per potersi sentire bene.


E sul tempo?

Se lo sto "perdendo", come faccio a "guadagnarlo"?

Forse smettiamo di perdere tempo quando ci fermiamo e lo viviamo, anche senza farci niente di “utile”.


Sono ricca, sono in cima ad una lista di cose che voglio realizzare.

Qui emerge un altro aspetto: avere desideri, avere una lista di sogni, può renderti ricco anche se non possiedi nulla di materiale.


Sono un gheriglio di noce nascosto,

il profumo del caffè che sta uscendo…


Queste immagini sono intime, semplici. Raccontano una presenza sottile ma viva.

Essere qualcosa che non si vede subito, ma che lascia traccia.

Una noce nascosta ha un cuore forte.

Il caffè che esce profuma una stanza intera.


La giusta causa, la moneta di scambio,

la chiave per entrare, quella per uscire…


Qui il linguaggio si fa più simbolico.

Chi scrive non è solo spettatore: è mezzo, messaggio, strumento di passaggio.

È ciò che serve per cominciare, ma anche ciò che consente di andarsene.


E non voglio cambiare.


La chiusa non è una chiusura.

È una dichiarazione. Non rifiuta la crescita, ma difende l’identità.

È come dire: in mezzo a tutto quello che accade, io voglio restare fedele a ciò che sono.


Una proposta per chi legge

Dopo aver letto questo testo, puoi anche tu provare a scrivere una breve poesia o un pensiero seguendo questa traccia:

“Io sono…”

Elenca ciò che ti rappresenta. Usa immagini semplici, oggetti, sensazioni, suoni, odori.

E poi prova a concludere con una frase che comincia con:

E non voglio…

oppure

E oggi ho scelto di…

Scrivere di sé aiuta a conoscersi, raccontarsi e accettarsi, anche quando si è in viaggio, anche quando si imbarca un po’ d’acqua.





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